Prosegue il mio quasi solitario viaggio nel mondo degli strumenti musicali particolari ed insoliti.
Stavolta parlerò della
ghironda, che mi ha sempre incuriosito perché, nella piazza della mia città, Trento, c'è una casa, chiamata Casa Rella, con affreschi cinquecenteschi del Foligno: tra le tante scene disegnate c'è quello che poi avrei scoperto essere il suonatore di ghironda, ma non conoscevo la ghironda (da piccolina.) . L'avrei conosciuta qualche anno dopo, capitando per caso in una bottega di un apprendista liutaio a Cremona. Nella cantina umida di quella casa altrettanto umida, il liutaio stava imparando a costruire violini, ma poco più in là scorsi un "cassettino con una manovella" che capii essere una ghironda (glielo chiesi, mica intuizione ). "Chi ti commissiona una ghironda?" chiesi. "Nessuno" - rispose l'apprendista - "mi piace e allora me la costruisco."
Riportai l'esperienza alla mia insegnante di storia della musica del conservatorio qualche anno dopo. E lei, ridendo così
mi disse "eh. Sono esperienze che non si dimenticano."
Ma che cos'è una ghironda e come si presenta?
Ecco una foto:
La Garzantina della Musica recita a chi legge: "Strumento musicale a corde, fatte vibrare mediante sfregamento da parte del bordo impeciato di una ruota di legno, ad esse sottostante, azionata con una manovello. La cassa armonica può avere forme e dimensioni diverse, ma prevalgono la forma "piatta" o " a chitarra" e la forma " a liuto". Il numero delle corde varia generalmente da un minimo di tre ad un massimo di sei; di queste alcune sono corde di bordone * che producono sempre la stessa nota; altre (una , due o tre) sono corde che producono la melodia, essendo tastate da tangenti applicate a numerosi cursori comandati, per mezzo di tasti, dalle dita del suonatore. Una delle corde poggia su un ponticello mobile; con opportune variazioni dell'impugnatura della manovella il suono prodotto da questa corda si interrompe per un breve attimo, consentendo così di produrre effetti di staccato e di accompagnamento ritmico."
Origini: la ghironda deriva dall' organistrum, grande strumento che necessitava di due suonatori e si usava per accompagnare il canto nella musica da chiesa nel secolo XII
organistrum:
ma torniamo alla nostra ghironda, che fu uno strumento usato dai menestrelli, che la diffusero in tutta l'Europa. Divenne ben presto uno strumento popolare, usato da tutti, soprattutto da mendicanti girovaghi che molto spesso erano cechi (da qui il nome
viola da orbo )
AL seguito della moda pastorale di cui si infatuì l'aristocrazia francese nei secoli XVII e XVIII la ghironda fu ripresa come strumento della musica d'arte. Tra i compositori famosi che scrissero musica per ghironda abbiamo Haydn, Vivaldi e persino Mozart. Opere come "le quattro stagioni" furono trascritte per questo strumento.
Nel nostro secolo, la ghironda è ancora diffusissima. Non è uno strumento morto e sepolto, al contrario. Con il nome di
vielle à roue vive e vegeta in Francia, ma non solo: anche in Galizia (Spagna) e in Ungheria è molto attiva.
In Italia è stata in uso fino ai primi del 900, soprattutto nella musica popolare della cultura occitana delle Alpi sudoccidentali e nell'Appennino parmigiano.
Ecco come si suona la ghironda:
navigando qua e la per la rete alla scoperta di ghironde e "ghirondai" (perdono, non so come si chiamino i suonatori di ghironda) ho trovato questo sito
Lou Dalfin , che non ho capito se è un singolo o un gruppo. Ma è interessante. Andate a sentire
* bordone: figura del linguaggio musicale consistente nell'emissione costante e insistita di una nota grave ad accompagnamento di una melodia, generalmente in rapporto consonante ( ottava , quinta e quarta), con la fondamentale di questa. E' tipico della musica modale, ed è diffusa nella musica popolare (voce enciclopedica della Garzantina della Musica)
Nota mia: prendete i canti popolari sardi ad esempio, quelli vocali: uno dei coristi emette un suono nasale costante ed ininterrotto, su cui si appoggia la melodia tutta cantanta dai restanti membri. Quella si chiama "nota di bordone".